Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha smesso di essere una minaccia lontana per trasformarsi in un’emergenza concreta.
Ondate di calore senza precedenti, siccità estreme, eventi meteo sempre più violenti: il mondo che conoscevamo sta cambiando sotto i nostri occhi, e con esso cambiano anche i rischi per la salute pubblica.
Ma c’è un aspetto di questa crisi che raramente fa notizia e che invece dovrebbe preoccupare chi gestisce impianti idrici e HVAC di aziende e strutture comunitarie: l’aumento del rischio Legionella.
Ma cosa c’entra il climate change con un batterio potenzialmente letale? E se invece ti dicessimo che è proprio il riscaldamento globale che sta creando condizioni ideali per la proliferazione di questo batterio?
Temperature più alte, umidità alle stelle, alluvioni improvvise, siccità, ristagni idrici più frequenti, maggiore utilizzo degli impianti di climatizzazione: tutti fattori che favoriscono la crescita della Legionella, con il rischio di un aumento esponenziale dei casi di Legionellosi.
E non è solo una teoria: studi e dati epidemiologici iniziano a mostrare una correlazione sempre più preoccupante.
Ma in che modo il riscaldamento globale e le sue ripercussioni possono incidere sulla diffusione della Legionella? E soprattutto, cosa possono fare le aziende per proteggere dipendenti, ospiti e clienti da questo rischio emergente? Vediamolo insieme.
Prima di proseguire, leggi anche: “Campionamento e analisi Legionella: la guida completa.”
Quando il Clima favorisce la Legionella
La Legionella pneumophila, il batterio responsabile della malattia del Legionario, è un microrganismo che ama il caldo e l’umidità. Si sviluppa tra i 25°C e i 45°C, trovando casa nelle condutture idriche, nei serbatoi, nei sistemi di raffreddamento e negli impianti di climatizzazione.
E qui arriva il punto critico: con l’aumento delle temperature globali, il nostro pianeta sta diventando un habitat naturale sempre più accogliente per questo microrganismo e la sua diffusione.
Non è fantascienza, ma scienza. Uno studio pubblicato sulla rivista “Environmental Research” ha analizzato la presenza della Legionella nelle reti idriche e la distribuzione dei casi di legionellosi nelle strutture turistiche della Puglia tra il 2001 e il 2017, utilizzando analisi geostatistiche e climatiche.
I risultati mostrano che le aree con maggiore concentrazione di Legionella nell’acqua corrispondono a un numero più alto di casi di legionellosi. Inoltre, variazioni climatiche come temperature più alte, precipitazioni intense e minori escursioni termiche aumentano il rischio di infezione.
Negli Stati Uniti, il CDC ha rilevato un incremento del 400% dei casi di Legionellosi dal 2000 a oggi, con picchi nei mesi più caldi. In Europa, le segnalazioni di infezioni sono in aumento, e l’Italia non fa eccezione.
Dobbiamo davvero aspettare l’ennesima emergenza sanitaria per agire?
Il cambiamento climatico e la proliferazione della Legionella
L’alterazione dei parametri climatici globali sta contribuendo all’espansione della Legionella attraverso diversi meccanismi. Ma il concetto di base è: più caldo, più umidità, più rischio.
- Aumento delle temperature medie
Il riscaldamento globale fa sì che l’acqua nei sistemi idrici e negli impianti di raffreddamento rimanga più spesso nella fascia termica ideale per la crescita del batterio. In particolare, le torri di raffreddamento e gli impianti di condizionamento, sempre più utilizzati nei periodi caldi, diventano veicoli di diffusione della Legionella attraverso gli aerosol; - Il riscaldamento delle acque sotterranee
Non sono solo le acque superficiali a essere influenzate dal cambiamento climatico. Anche le falde acquifere, che rappresentano la principale riserva di acqua dolce del pianeta, stanno subendo un progressivo riscaldamento. Ciò può influenzare la loro composizione chimica e microbiologica. In condizioni specifiche, il riscaldamento delle falde può favorire la crescita di agenti patogeni, inclusa la Legionella; - Eventi meteorologici estremi
Le alluvioni e le piogge torrenziali possono contaminare le reti idriche con sedimenti organici che favoriscono la proliferazione del batterio. Studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra l’aumento delle precipitazioni e la crescita dei casi di Legionellosi. Un esempio concreto si è verificato a Pittsburgh nel 2011, quando un’alluvione ha portato a un focolaio con 15 casi di Legionellosi in una casa di cura. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato che la frequenza e l’intensità delle precipitazioni potrebbero influenzare la diffusione del batterio nei sistemi idrici; - Siccità e ristagno idrico
Nei periodi di scarsità d’acqua, la stagnazione nelle tubature e nei serbatoi crea ambienti favorevoli alla Legionella. Quando le risorse idriche sono limitate, le autorità possono ridurre il flusso d’acqua negli impianti, aumentando il rischio di proliferazione batterica; - Espansione geografica della Legionella
Il riscaldamento globale sta modificando le fasce climatiche del pianeta, rendendo alcune aree, in passato considerate sicure, più vulnerabili alla diffusione del batterio. Questo spiega perché oggi si registrano casi di Legionellosi in regioni che fino a pochi decenni fa non ne erano colpite.
In pratica, il cambiamento climatico sta trasformando il mondo in un posto sempre più ospitale per questo pericoloso batterio. E i dati lo confermano.
Legionella e grandi alluvioni: una minaccia sanitaria
Le alluvioni rappresentano un altro fattore chiave nella diffusione della Legionella. Le acque stagnanti post-alluvionali possono fungere da serbatoi per il batterio, mentre il dilavamento del suolo e il danneggiamento delle infrastrutture idriche aumentano il rischio di contaminazione.
Negli Stati Uniti, durante l’uragano Sandy, gli esperti della sanità pubblica hanno monitorato attentamente il rischio di Legionellosi in ospedali e strutture assistenziali. Anche in Italia, eventi meteorologici estremi come le recenti alluvioni in Emilia-Romagna hanno sollevato preoccupazioni per la contaminazione delle acque.
L’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) ha sottolineato che in aree colpite da alluvioni e danni alle reti fognarie, il rischio di trasmissione di patogeni, inclusa la Legionella, aumenta significativamente. Per questo motivo, in caso di eventi catastrofici, è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni sanitarie locali per ridurre l’esposizione a infezioni potenzialmente pericolose.
Quando forti precipitazioni si combinano con inondazioni, infatti, aumenta il rischio che la Legionella si sposti dall’ambiente naturale, come fiumi e laghi, alle tubature domestiche. In caso di polmonite, è quindi fondamentale includere test diagnostici specifici per Legionella.
Le inondazioni, infatti, possono favorire l’ingresso forzato del batterio nei sistemi di approvvigionamento idrico e nella rete di distribuzione degli edifici di grandi dimensioni, come gli ospedali, aumentando il rischio di contaminazione.
Legionellosi in Aumento: il ruolo del clima e della stagionalità
I dati parlano chiaro: negli ultimi anni, i casi notificati di legionellosi sono in costante crescita, sia in Italia che in Europa.
- Secondo l’ECDC, nel 2021 l’UE/EEA ha registrato il più alto tasso di notifica annuale mai rilevato, con 2,4 casi ogni 100.000 abitanti e un totale di oltre 10.700 casi e 704 decessi;
- Nel 2023, anche in Italia è stato osservato un aumento del 25% rispetto all’anno precedente, con un’incidenza pari a 66,3 casi per milione di abitanti, superando i valori pre-pandemia.
Ma cosa sta determinando questa crescita? Il cambiamento climatico gioca un ruolo chiave.
Numerosi studi hanno dimostrato una correlazione diretta tra l’aumento delle temperature e la proliferazione della Legionella negli ambienti idrici. In particolare, i dati epidemiologici confermano picchi di incidenza nei mesi più caldi, tra giugno e dicembre, quando le condizioni ambientali favoriscono la sopravvivenza e la diffusione del batterio.
Uno studio condotto in Puglia tra il 2018 e il 2023 – dal titolo “Il ruolo della temperatura dell’aria nella contaminazione dell’acqua da Legionella e nei tassi di incidenza della legionellosi nel Sud Italia (2018-2023)” – ha evidenziato che la temperatura dell’aria influenza la contaminazione idrica da Legionella, con una maggiore presenza del batterio nelle reti idriche nei periodi di caldo intenso.
Anche il monitoraggio dell’ISS ha confermato che la legionellosi è un’infezione sottostimata, con possibili casi non notificati in alcune regioni.
L’aumento delle temperature, unito a fenomeni meteorologici estremi come precipitazioni intense e inondazioni, può facilitare il trasferimento della Legionella dagli ambienti naturali (fiumi e laghi) alle reti idriche urbane, amplificando il rischio di esposizione.
Questo impone maggiore attenzione nella gestione degli impianti idrici, soprattutto negli edifici sensibili come ospedali, strutture ricettive e case di riposo.
Il trend in crescita della legionellosi sottolinea l’importanza di strategie preventive adeguate, dalla manutenzione degli impianti idrici al monitoraggio costante della qualità dell’acqua, per ridurre il rischio di diffusione della Legionella in un contesto climatico sempre più imprevedibile.
Quali sono le Regioni più a Rischio Legionella?
Ovunque ci siano impianti idrici e condizioni climatiche favorevoli, la Legionella trova casa. Tuttavia, esistono aree particolarmente vulnerabili, dove il rischio di contaminazione è maggiore a causa di una combinazione di fattori climatici e infrastrutturali.
1. Zone con clima caldo e umido
Le regioni con estati calde e umide, come quelle del Mediterraneo, sono le più a rischio per la Legionella. L’elevata temperatura e l’umidità favoriscono la proliferazione del batterio nelle acque stagnanti, soprattutto negli impianti idrici e sistemi HVAC obsoleti che non sono adeguatamente manutenuti e sottoposti a disinfezione. Gli impianti di climatizzazione e riscaldamento, infatti, possono diventare il terreno ideale per la crescita della Legionella, se l’acqua non viene trattata o movimentata correttamente. A questa condizione si aggiungono anche i rischi associati agli impianti di climatizzazione e HVAC (Heating, Ventilation, and Air Conditioning), che in molte regioni sono obsoleti e non sempre in grado di prevenire l’accumulo di acqua nelle condotte, creando l’ambiente ideale per la proliferazione del batterio.
2. Aree con siccità e acqua stagnante
Le regioni colpite da siccità rappresentano un altro fattore di rischio, in quanto l’acqua nelle tubature può rimanere inutilizzata per lunghi periodi, creando un ambiente perfetto per la proliferazione della Legionella. La stagnazione dell’acqua, soprattutto nei periodi di bassa affluenza turistica, può favorire la crescita batterica, aumentando il rischio di contaminazione nelle infrastrutture idriche e negli impianti HVAC.
3.Nuove zone a rischio a latitudini più alte
Con il cambiamento climatico, il rischio di Legionella si sta estendendo anche a latitudini più alte, dove prima non rappresentava una minaccia. Paesi scandinavi, Nord America e Europa settentrionale stanno assistendo a un aumento dei casi di legionellosi, che fino a pochi anni fa era pressoché inesistente in queste aree. L’aumento delle temperature e la modifica dei modelli meteorologici stanno creando un ambiente favorevole alla proliferazione del batterio in zone precedentemente non colpite.
Il caso dell’Italia: aumento dei casi di Legionellosi
Nel 2023, i casi di legionellosi in Italia sono aumentati, con un’incidenza di 66,3 casi per milione di abitanti, superiore rispetto all’anno precedente (52,8) e anche ai valori pre-pandemia. L’incidenza è più alta al Nord (96,6 casi per milione), seguita dal Centro (67,5) e dal Sud (19,9).
Il 15,5% dei casi ha segnalato un’esposizione a rischio nei 10 giorni precedenti i sintomi. Di questi, molti sono legati a soggiorni in strutture ricettive (7,8%), ospedali (3,2%) e comunità chiuse (2,7%). Il picco dei casi si verifica nei mesi estivi, con le alte temperature e l’umidità che favoriscono la proliferazione del batterio, soprattutto in impianti di climatizzazione obsoleti.
Il numero crescente di casi evidenzia lacune nella gestione dell’acqua e nella formazione di chi si occupa degli impianti idrici. In particolare, nel 2022 i cluster di legionellosi nelle strutture ricettive sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente, segnalando una carenza nelle pratiche di sicurezza.
Ecco perché è fondamentale migliorare la manutenzione degli impianti e formare adeguatamente chi gestisce le strutture per ridurre i focolai di contaminazione.
Vuoi approfondire l’argomento? Leggi anche: “Legionella: dove colpisce di più e perché?.”
Come contrastare il Rischio Legionella nel nuovo scenario climatico
Il cambiamento climatico e l’invecchiamento delle infrastrutture stanno intensificando il rischio di Legionella, rendendo urgente l’adozione di misure preventive adeguate.
Con l’aumento delle temperature e l’umidità più elevata, le condizioni diventano ideali per la proliferazione del batterio, specialmente nei sistemi idrici e negli impianti di climatizzazione vecchi e mal tenuti.
Ignorare questa minaccia non è più un’opzione, poiché potrebbe compromettere seriamente la salute dei dipendenti e l’operatività aziendale.
Le misure di prevenzione devono evolversi di pari passo con i cambiamenti climatici, garantendo un monitoraggio continuo e una manutenzione adeguata degli impianti. Le aziende devono adattare le loro strategie per ridurre il rischio di contaminazione e proteggere la salute pubblica.
Se non vengono adottate azioni concrete, il rischio di legionellosi aumenterà, con possibili gravi implicazioni per la salute e l’economia aziendale.
Misure fondamentali per contrastare il Rischio Legionella:
1.Monitoraggio costante dell’acqua
- Effettuare test periodici per rilevare la presenza di Legionella negli impianti idrici;
- Sensori smart per il controllo in tempo reale della temperatura e della qualità dell’acqua, garantendo un monitoraggio 24/7.
2.Manutenzione proattiva degli impianti
- Pulizia e sanificazione regolare di torri di raffreddamento, serbatoi e tubature;
- Evitare il ristagno dell’acqua con un corretto flussaggio degli impianti, prevenendo ambienti ideali per la proliferazione del batterio.
3.Strategie di trattamento avanzate
- Implementare sistemi di filtrazione avanzati;
- Adottare tecniche di disinfezione efficaci con biossido di cloro o perossido di idrogeno per contenere la Legionella.
4.Formazione e consapevolezza
- Sensibilizzare i responsabili della sicurezza e il personale sul rischio Legionella e sulle misure di prevenzione;
- Aggiornare regolarmente le policy aziendali per allinearsi alle nuove sfide climatiche, assicurando che tutti gli operatori siano preparati.
Il rischio esiste, ma non è un destino ineluttabile. Ci sono misure concrete per prevenire la proliferazione della Legionella, anche in un contesto di cambiamento climatico.
La Legionella non aspetta: agisci ora
Il cambiamento climatico non è una minaccia futura, ma una realtà che sta già influenzando l’ambiente e aumentando il rischio di legionellosi. Le aziende devono affrontare una maggiore responsabilità e prestare maggiore attenzione alla qualità dell’acqua e degli impianti, per evitare gravi problemi sanitari e operativi.
Affidarsi a esperti nella prevenzione e bonifica della Legionella è fondamentale. Non si tratta solo di una scelta strategica, ma di una necessità per garantire un ambiente sicuro per dipendenti e clienti.
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