La prevenzione del Rischio Legionella non può trascurare i boiler che alimentano gli impianti di acqua calda sanitaria.
La Legionella che prolifera nei serbatoi di acqua sanitaria è una seria minaccia per la salute. Tanto più che si tratta dell’acqua che tutti usiamo quotidianamente sul posto di lavoro, in casa o in altri ambienti comunitari pubblici e privati.
Il batterio, come si sa, predilige l’acqua con temperature tra i 25 e i 45°C, anche se l’optimum di crescita è tra i 35°C e i 37°C. Il pericolo aumenta esponenzialmente quando all’interno dei boiler sono presenti condizioni di ristagno, incrostazioni, corrosione o sedimenti organici.
Come proteggere il boiler allora? Quali azioni vanno compiute per tenere sotto controllo la comparsa e la diffusione della Legionella?
Troverai tutte le risposte in questo articolo dove ci soffermeremo in particolare su tre aspetti fondamentali:
- Perché i boiler incrostati costituiscono un problema da non sottovalutare;
- Come gestire correttamente i serbatoi di accumulo dell’acqua calda;
- Modalità di esecuzione della bonifica da Legionella.
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Legionella e Boiler incrostati: perché sono un problema?
I boiler come vedremo sono tra i punti critici in cui si annida il batterio Legionella. Prima di entrare nel merito del perché le incrostazioni costituiscono un serio rischio per la proliferazione di Legionella, cerchiamo di capire come si formano.
Le incrostazioni nei boiler sono causate da due diverse condizioni:
- La cristallizzazione e la precipitazione sulle superfici dello scambiatore di calore di tutte quelle impurità naturalmente presenti nell’acqua;
- La sedimentazione di sostanze solide nell’acqua che aderendo al metallo delle pareti del serbatoio induriscono.
Il problema delle incrostazioni nei boiler riguarda soprattutto quelli che hanno la serpentina di scambio interna. All’interno di questa serpentina passa acqua bollente che serve a scaldare la serpentina stessa e, di conseguenza, l’acqua contenuta nel boiler.
Temperature così alte rendono difficile la solubilità – già piuttosto limitata – dei sali presenti nell’acqua, in particolare quelli di Magnesio e Calcio, determinandone la precipitazione sulla superficie della serpentina.
Con il tempo quindi, si forma uno spesso strato di calcare. Tale fenomeno comporta 3 effetti negativi:
- Diminuzione dell’efficienza del boiler;
- Elevato consumo energetico;
- Condizioni ideali per la Legionella.
Per quanto attiene il consumo energetico, è da tenere in considerazione come 1 mm di calcare aumenta del 18% il consumo energetico per scaldare l’acqua.
Soffermiamoci, invece, sull’ultimo punto ovvero le condizioni ideali di proliferazione. Le incrostazioni – da un punto di vista strettamente biologico – rappresentano il principale substrato di attacco, formazione e crescita del Biofilm.
Il Biofilm è un fattore favorente la crescita di Legionella; è infatti un agglomerato di protozoi, alghe e batteri naturalmente presenti nell’acqua, che fornisce nutrimento ai microbi stessi che lo compongono (tra cui appunto la Legionella) e protezione da condizioni ambientali sfavorevoli.
Alcuni studi hanno dimostrato, per esempio, come la Legionella all’interno dei biofilm sopravvive a concentrazioni di 100 ppm di cloro libero per 6 ore e più.
Inoltre, l’accumulo di tali incrostazioni calcaree sulla serpentina determina anche il periodico distacco di scaglie di calcare che vanno poi a depositarsi sul fondo del boiler. Tali depositi, unitamente ad accumuli vari quali terra e impurità varie, creano sul fondo un vero e proprio substrato melmoso che rappresente un ambiente favorevole alla crescita microbica.
All’interno di questi accumuli di natura organica e inorganica, infatti, la temperatura non riesce a raggiungere livelli alti e i disinfettanti chimici non riescono a svolgere la loro azione di contenimento.
Una corretta gestione dei serbatoi però può essere già sufficiente a prevenire la proliferazione incontrollata del patogeno. Vediamo come nel prossimo paragrafo.
Prevenire la Legionella: corretta gestione dei serbatoi di acqua calda
Se gestisci una struttura ricettiva o termale, oppure ti occupi di Sicurezza presso strutture sanitarie o ad uso collettivo, come uffici e industrie, saprai che esiste l’obbligo di adottare specifiche misure di controllo per prevenire e contenere il Rischio Legionella.
In ottica di prevenzione del batterio Legionella, un’adeguata gestione degli impianti idro-sanitari riesce a eliminare le incrostazioni presenti in uno scaldabagno o in un serbatoio di accumulo dell’acqua calda sanitaria (boiler elettrici compresi).
Le azioni da mettere in campo sono indicate nelle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi. Di seguito ti elenchiamo quelle più specifiche sulla gestione dei boiler:
- Ispezionare una volta al mese i serbatoi dell’acqua sanitaria e accertarsi che le coperture siano intatte e correttamente posizionate;
- Svuotare, disincrostare (se necessario) e disinfettare i bollitori/serbatoi di accumulo dell’acqua calda sanitaria (compresi i boiler elettrici) almeno 2 volte all’anno;
- Per impedire la proliferazione di Legionella, la temperatura all’interno del boiler dovrebbe essere mantenuta ad almeno 65°C (55°C invece sull’anello di ricircolo), ove le caratteristiche dell’impianto lo permettano;
- Se tali temperature non sono raggiungibili per motivi tecnici, si raccomanda l’uso di condizionanti chimici di contenimento;
- Nelle strutture a funzionamento stagionale, pulire completamente i serbatoi e procedere a una disinfezione dell’intera rete idrica, prima della riapertura.
Un’ulteriore misura – non citata nelle Linee Guida – è l’impiego di polifosfati alimentari sull’acqua calda sanitaria per ottenere un effetto protettivo contro le corrosioni e rallentare i fenomeni di incrostazione.
Ciò su cui insistono le indicazioni ministeriali è la necessità di utilizzare appropriati trattamenti disinfettanti anti-legionella sui boiler e ogni altra componente dell’impianto, dopo ogni intervento sulle serpentine e gli scambiatori di calore o nel caso di incremento significativo della crescita microbica.
Nel prossimo paragrafo vedremo quali sono le misure di bonifica e disinfezione più appropriate a mantenere i boiler disincrostati e privi di Legionella.
Bonifica da Legionella nei serbatoi di acqua calda sanitaria: come va fatta
Come indicano le Linee Guida per la prevenzione della legionellosi, la bonifica e la disincrostazione degli accumuli nei serbatoi dell’acqua calda hanno una periodicità semestrale.
Questo lavoro periodico sui boiler con serpentina interna, è importantissimo, perché assicura risparmio energetico e ideali condizioni igieniche, affinché le temperature alte e i disinfettanti chimici svolgano l’azione anti-legionella desiderata.

Ma come viene seguita la bonifica da Legionella nei boiler?
Il primo step è lo spegnimento dell’impianto e l’arresto dei circolatori dell’acqua di caldaia e dell’acqua sanitaria. Soltanto dopo comincia la bonifica vera e propria che consiste nelle seguenti attività:
- Intercettare le saracinesche del serpentino e del boiler in modo che esso rimanga isolato dall’impianto;
- Svuotare il boiler e il serpentino;
- Pulire manualmente il serpentino per togliere le incrostazioni di calcare accessibili;
- Procedere alla pulizia chimica del serpentino con il prodotto disincrostante (a base per esempio di Acido cloridrico), eventualmente servendosi di un’apposita vasca;
- Asportare i residui calcarei ed i fanghi dal boiler;
- Pulire le flange e i bulloni ed eventualmente ricostruire le guarnizioni del serpentino;
- Rimontare il serpentino, pulire e disinfettare il boiler con prodotti a base di cloro;
- Riempire il serpentino e spurgare;
- Aprire tutte le saracinesche precedentemente chiuse, accendere i circolatori e rimettere in servizio l’impianto;
- Smaltire i liquidi di risulta secondo le disposizioni di legge.
Nell’operazione di bonifica è fondamentale l’impiego di prodotti disincrostanti e disinfettanti efficaci, per rimuovere ogni possibile incrostazione sulle serpentine e sul resto delle superfici interne del boiler.
È superfluo ribadire che con la Legionella non si scherza. La pericolosità del patogeno per la salute di chi frequenta luoghi di lavoro comunitari richiede attenzione, responsabilità e interventi di professionisti che siano realmente efficaci, non solo sulla carta.