L’analisi Legionella nelle acque è molto più di un semplice esame: è la tua difesa contro un nemico invisibile che si annida nell’elemento più vitale della vita di tutti i giorni: l’acqua.
Questo invisibile batterio, la Legionella, rappresenta una minaccia silenziosa che può compromettere la salute senza dare alcun segnale di pericolo evidente.
È attraverso questa analisi specifica che emerge la presenza di questo micidiale nemico nelle reti e negli impianti idrici o aeraulici, una rivelazione che determina se l’acqua che utilizzi è contaminata.
Come abbiamo spiegato più volte, l’acqua, più specificamente gli impianti idrici, rappresentano l’habitat perfetto per la proliferazione dei batteri Legionella. Ecco allora che una verifica costante della presenza di questi microrganismi, diventa un’azione proattiva per individuare un nemico che altrimenti resterebbe invisibile e pericoloso.
Ma l’analisi della Legionella non è solo un esame da eseguire superficialmente. È un processo delicato che richiede l’osservanza scrupolosa di precisi protocolli e procedure. Questo rigore è essenziale per ottenere risultati accurati e attendibili, evitando alterazioni che potrebbero compromettere la sicurezza di chi frequenta ambienti comunitari.
In questo articolo esploreremo molti aspetti di questo processo, approfondendo la prassi e l’importanza di questa pratica per la salute pubblica. Continua a leggere.
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Legionella, un nemico invisibile nell’acqua
La Legionella è un batterio ubiquitario che può trovarsi in una vasta gamma di fonti d’acqua, dalle acque naturali come fiumi e laghi, da cui è in grado di risalire fino alle condotte idriche cittadine, agli impianti industriali o persino ai sistemi di approvvigionamento delle nostre città.
La vera minaccia di questa particolare famiglia di batteri risiede nella sua abilità di adattarsi e persistere, sfuggendo ai comuni metodi di trattamento dell’acqua. Sorprendentemente, le normali concentrazioni di cloro presenti per l’acqua potabile, ad esempio, non causano alcuna azione o problema nei batteri Legionella, che risultano inafferrabili alle azioni di disinfezione standard.
Sebbene la presenza di questi batteri da sola non rappresenti una minaccia immediata per la salute umana, la Legionella pneumophila, una delle specie più pericolose, può diventare un serio rischio quando si verificano condizioni favorevoli al suo sviluppo.
Comprendere come questa minaccia invisibile può trasformarsi in una grave emergenza sanitaria è fondamentale per proteggere la salute pubblica e garantire la sicurezza delle risorse idriche di una struttura comunitaria, che sia un albergo o un ospedale.
Rischio Legionella: i 5 fattori critici
Nel complesso universo della Legionella, ci sono cinque elementi chiave che fungono da incubatrice per questa minaccia, rendendola una preoccupazione crescente per la sicurezza degli impianti:
- Temperatura dell’acqua tra i 25° a 45°C;
- Ambiente aerobico;
- Elementi nutritivi della Legionella (es. ioni di ferro e di calcare, biofilm, scorie o altri microrganismi);
- Nebulizzazione dell’acqua (aerosol);
- Tasso di concentrazione elevato dei batteri nell’acqua.
Primo fra tutti è la temperatura, un fattore cruciale che favorisce lo sviluppo della Legionella. Questi batteri vivono a valori che oscillano tra i 25° e i 45° C, ma è a una temperatura ideale di 37°C che prosperano in modo ottimale, creando un ambiente perfetto per la loro crescita incontrollata.
Altro fattore determinante è un ambiente aerobico dove c’è presenza di ossigeno. Questo è il terreno che la Legionella predilige, dove può trovare le condizioni ideali per la sua sopravvivenza e proliferazione.
A contribuire alla proliferazione del batterio c’è anche la presenza degli impianti di elementi nutritivi. La Legionella, infatti, trova il sostentamento per crescere e prosperare ioni di ferro, incrostazioni di calcare, biofilm o persino residui di altri microrganismi.
Il rischio è poi accentuato da impianti che prevedono la nebulizzazione dell’acqua, come docce o vasche idromassaggio. L’acqua si trasforma in minuscole goccioline con un diametro tra 1 e 5 micron, e in questo modo diventa un veicolo ideale per la diffusione di questi microrganismi pericolosi.
Infine, ma non meno importante, il tasso di concentrazione dei batteri. Una quantità elevata di Legionella in un campione di acqua contaminata rappresenta un chiaro pericolo per la salute pubblica.
Esplorare questi 5 fattori di criticità non solo fornisce una panoramica dettagliata sul batterio, ma ci invita a considerare come proteggere efficacemente gli impianti. Questi fattori, quando compresi e ben gestiti, diventano la chiave per mitigare il rischio e assicurare la sicurezza dell’acqua.
Quali sono gli impianti a rischio di Legionella
Prima di addentrarci meglio nell’analisi delle acque, è doveroso soffermarsi sugli impianti industriali e comunitari dove la Legionella può trovare terreno fertile per proliferare. Sono gli stessi impianti in cui il batterio va ricercato prelevando campioni ambientali da analizzare successivamente.
- Torri di raffreddamento: dalle torri ad umido a circuito aperto, a quelle a circuito chiuso e ai condensatori evaporativi;
- Impianti di condizionamento: come umidificatori, lavatori d’aria a spruzzo, nebulizzatori, separatori di gocce, filtri d’acqua, silenziatori;
- Impianti idrosanitari: ovvero tubazioni, serbatoi di accumulo, boiler, valvole e rubinetti, terminali di docce e vasche;
- Sistemi di emergenza: docce di decontaminazione, stazioni di lavaggio occhi, sistemi antincendio a sprinkler;
- Piscine, vasche e fontane: come piscine, vasche idromassaggio, vasche calde, fontane decorative.
Sono questi gli habitat principali e potenzialmente rischiosi per la Legionella. All’interno di questi impianti il batterio può presentarsi in vari modi, ovvero: essere isolato oppure ospite di alcuni protozoi (es. amebe).
In entrambi i casi può essere libera nell’acqua o ancorata a biofilm, ovvero aggregati di altri batteri, alghe, polimeri e sali naturali.In questi aggregati trova la fonte di nutrimento essenziale per proliferare.
Sebbene in passato si pensasse che solo le torri di raffreddamento fossero il principale veicolo di diffusione della Legionella, oggi sappiamo che a rischio sono tutti gli impianti che utilizzano acqua a temperatura moderata e nebulizzata.
Questa consapevolezza dovrebbe spingere a rivedere attentamente le nostre pratiche e a proteggere i nostri impianti per garantire la sicurezza delle risorse idriche e la salute pubblica.
Eliminare la Legionella per sempre è impossibile, ma si può tenere efficacemente sotto controllo anche svolgendo periodiche e accurate analisi delle acque.
Analisi Legionella nelle acque: come funziona
L’analisi della presenza di Legionella nelle acque non è soltanto una misura di precauzione, ma una necessità assoluta per garantire la sicurezza degli impianti e delle aree a rischio di contaminazione.
Questo processo serve a verificare la presenza di tali batteri, avvalendosi di due metodologie principali:
- colturale;
- biomolecolare.
Entrambe le metodologie di analisi della Legionella iniziano con la fase cruciale del campionamento dell’acqua. Tuttavia, è nella successiva fase di trattamento dei campioni in laboratorio che queste due procedure si differenziano.
Il metodo colturale classico rappresenta l’approccio d’elezione più impiegato, considerato il “gold standard”. Questo metodo richiede circa 10-12 giorni di incubazione dopo diversi processi di filtrazione e semina su piastra, e fornisce risultati espressi in unità formanti colonia su litro, in linea con i valori limite di riferimento delle normative internazionali.
Le norme ISO 11731-1:1998 (“Water quality- detection and enumeration of Legionella”) e ISO 11731-2:2004 (“Water quality- detection and enumeration of Legionella Part 2: Direct membrane filtration method for waters with low bacterial counts”) definiscono la determinazione di Legionella in matrici ambientali come acqua, sedimenti e biofilm.
D’altro canto, il metodo biomolecolare sfrutta la tecnica della PCR, consentendo il rilevamento in acqua del DNA batterico in tempi molto più rapidi, entro 24-48 ore. Tuttavia, il suo utilizzo è limitato dalla mancanza di una standardizzazione internazionale per la comparazione dei risultati ottenuti con il metodo colturale.
Nella legislazione nazionale e internazionale, infatti, i livelli di azione sono espressi in unità formanti colonia su litro, mentre le indagini svolte mediante PCR esprimono valori in unità genomiche per litro. Inoltre, non distingue se le cellule individuate siano vive o morte, rendendolo inadatto dopo la disinfezione degli impianti, dove si registrano molti batteri morti in circolo ma la cui presenza microbiologica evidentemente non è letale.
La validazione a livello internazionale del metodo PCR è ancora in corso. Pertanto, nonostante i vantaggi della PCR in termini di rapidità di analisi, si suggerisce l’uso per il campionamento di siti probabilmente associati a un caso o a un cluster di Legionellosi, per escludere in tempi brevi i siti negativi ed identificare quelli positivi.
Ma, per confermare i risultati positivi e garantire una valutazione completa ed accurata si consiglia sempre il suo utilizzo in concomitanza con il metodo colturale.
Come effettuare il prelievo dei campioni per l’analisi Legionella dell’acqua
Effettuare il prelievo di campioni ambientali per l’analisi della Legionella nelle acque richiede un approccio attento e meticoloso, fondamentale per garantire risultati accurati e la sicurezza degli operatori coinvolti. Ogni dettaglio conta, poiché l’alterazione del campione è cruciale per un’analisi affidabile.
Come riportato anche dalle Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi, questo processo richiede precisione dall’inizio alla fine e una serie di passaggi imprescindibili:
- Vanno raccolti una serie di campioni rappresentativi dell’impianto acqua considerato, compreso la raccolta di sedimento da serbatoi di accumulo dell’acqua, di incrostazioni da tubazioni e serbatoi, nonché il prelievo con tampone sterile sulla superficie del filtro rompigetto del rubinetto o del bulbo della doccia;
- Il prelievo dei filtri degli impianti di condizionamento va effettuato dopo un sufficiente tempo di esercizio e non su filtri lavati o sostituiti di recente;
- I campioni vanno conservati a temperatura ambiente durante il trasporto e al riparo dalla luce.
È importante sottolineare che se l’analisi non può essere eseguita entro le prime 24 ore dal prelievo, i campioni devono essere conservati a una temperatura di +4°C, senza superare un limite massimo di 7 giorni.
L’analisi della Legionella nelle acque è la chiave per svelare questa minaccia silenziosa e garantire la protezione della salute della tua struttura, dei tuoi dipendenti e di chi la frequenta ogni giorno.
Non permettere alla Legionella di rimanere occultata nell’ombra. È il momento di agire.
Rivolgiti a professionisti esperti per l’analisi della Legionella e per garantire una protezione efficace e affidabile contro questa minaccia.