Si chiama Legionella bononiensis ed è l’ultima specie del temuto batterio ad essere stata individuata al mondo, la seconda a venire isolata in Italia.
Una scoperta che va ad aumentare il numero in continua evoluzione delle specie di Legionella che esistono in natura, alcune delle quali responsabili di severe e letali forme di infezione delle vie respiratorie umane.
Partendo proprio da questa nuova specie, in questo articolo ci soffermeremo sui vari ceppi di Legionella, sulle differenze di infettività e patogenicità, senza dimenticarci della prevenzione.
L’unica vera arma che hai a disposizione per contrastare il Rischio Legionella e tenere al sicuro ogni luogo di lavoro, che sia un’azienda oppure una struttura sanitaria o ricettiva.
Continua a leggere.
Cosa sappiamo della Legionella bononiensis?
La L. bononiensis è una specie di batterio Gram-negativo del genere Legionella isolato per la prima volta da un paziente con polmonite a Bologna.
Il ceppo batterico è stato scoperto nel 2019 all’interno del sistema di distribuzione dell’acqua di struttura alberghiera in Emilia-Romagna, durante una comune attività di sorveglianza programmata.
Di fronte ai campioni da analizzare, il personale di laboratorio di Microbiologia Ambientale e biologia molecolare (MAb) dell’Università di Bologna si è trovato ad isolare colonie atipiche di Legionella, con caratteristiche morfologiche e fenotipiche del tutto inedite.
È stato questo l’elemento chiave che ha portato a supporre l’esistenza di una nuova specie del batterio. Alle prime sorprendenti osservazioni, si sono susseguiti ulteriori approfondimenti e sequenziamenti genetici.
Ma i risultati parlavano chiaro: nei campioni analizzati era presente una specie filogeneticamente distante dalla Legionella quateirensis e mai documentata nella letteratura scientifica.
Questa specie è simile a molti altri ceppi di Legionella in termini di caratteristiche morfologiche e di proliferazione. Come le altre specie, infatti, i ceppi isolati erano Gram-Negativi a forma di bastoncino con presenza di flagelli e in grado di crescere a 32-37°C. Tuttavia si differenziano nella composizione genetica (risultano distanti dalle specie filogenetiche di Legionella più correlate) e nella virulenza.
Una piccola curiosità sul nome “bononiensis”. La nomenclatura di questa specie deriva dal latino e significa “appartenente alla città di Bologna”, che in epoca romana si chiamava “Bononia”.
Il lavoro degli studiosi che l’hanno scoperta intanto continua: “È fondamentale continuare lo studio sulla patogenicità e infettività del nuovo ceppo scoperto, oltre che il pattern di antibiotico resistenza, al fine di poter effettuare attività di prevenzione sulla salute pubblica”, ha spiegato Sandra Cristino, ricercatrice dell’Università di Bologna e responsabile del Laboratorio Mab.
Ciò dimostra ancora una volta quanto la sorveglianza continua possa realmente fare la differenza tra una struttura sicura e una struttura a rischio contagio.
Leggi anche: “7 cose che non sapevi sul batterio della Legionella”.
Quante specie del batterio Legionella esistono?
Il morbo del Legionario è stato descritto per la prima volta nel luglio del 1976, quando a Philadelphia un’epidemia misteriosa di polmonite colpì 221 partecipanti a una riunione di ex combattenti della Legione Americana, causando il decesso di 34 di loro.
Sei mesi più tardi venne identificato per la prima volta il batterio responsabile di questa infezione: la L. pneumophila. Da allora, la caratterizzazione dei vari ceppi isolati da pazienti malati ha portato alla creazione del genus Legionella appartenente alla famiglia delle Legionellaceae.
Il numero di specie e sierogruppi è in costante aumento e ad oggi ne sono state individuate almeno 71 specie suddivise in oltre 70 sierogruppi, di cui la metà considerate patogene opportuniste. Tra queste c’è ovviamente anche la varietà pneumophila che, da sola, comprende 16 di questi sierogruppi.
La L. pneumophila è anche la specie che in un certo senso rappresenta il genere Legionella, poiché è stata la prima ad essere isolata e descritta con dovizia di particolari. La pneumophila è anche la varietà a cui sono stati attribuiti la maggior parte dei casi di Malattia del Legionario, in particolare quelli nosocomiali, ma non è certamente l’unica come vedremo nel prossimo paragrafo.
Malattia da Legionella: quali specie sono responsabili?
È un dato di fatto che di Legionella si può morire. Ma è altrettanto vero che la maggior parte delle varianti del batterio conosciute oggi è poco virulenta ed ha un basso tasso di patogenicità.
Le diverse specie di Legionella comunque possono variare nella loro virulenza e patogenicità. La più frequente ad essere riscontrata nei casi di Legionellosi è senza alcun dubbio la Legionella pneumophila Sierogruppo 1 (L. pneumophila sg1 o Lp1), responsabile dell’epidemia del 1976 a Philadelphia.
Uno studio sul trend del contagio da Legionella, ha mostrato che soltanto in Europa, tra il 1980 e il 1998, circa il 70% delle infezioni erano state sono causate dal sg 1, il 20-30% da altri sierogruppi, e soltanto il 5-10% da altre specie. Le più note ad essere state associate a casi clinici sono state:
- L. birminghamensis;
- L. bozemanii;
- L. cincinnatiensis;
- L. dumoffii;
- L. erythra;
- L. feeleii;
- L. gormanii;
- L. hackeliae;
- L. jordanis;
- L. lansingensis;
- L. maceachernii;
- L. micdadei;
- L. oakridgensis;
- L. parisiensis;
- L. sainthelensi;
- L. longbeachae.
Quest’ultima, per esempio, è stata associata a casi di Legionellosi in Australia e Nuova Zelanda in persone che hanno lavorato a contatto con terriccio e compost.La specie L. micdadei, invece, è stata riscontrata in campioni di analisi di persone che vivono in zone rurali o che hanno avuto contatti con acque naturali.
Le altre specie sono state ugualmente riscontrate in alcuni casi di Legionellosi, ma la loro patogenicità risulta davvero molto bassa e rara rispetto alle varietà sopra menzionate.
Ma da cosa dipende la maggiore o minore virulenza di una specie? Da alcuni fattori ben precisi che rendono il batterio più o meno patogeno per l’uomo. Si tratta soprattutto di:
- capacità di colonizzare ambienti artificiali;
- modalità di trasmissione;
- stato di salute e risposta immunitaria dell’ospite;
- grado di esposizione al batterio (es. quantità di Legionella in un certo volume di acqua e tempo di esposizione);
- carica infettiva del ceppo batterico.
Come ti abbiamo già accennato, la Legionella pneumophila sg. 1 è notoriamente considerata la più patogena in assoluto. Il motivo? La sua diffusa capacità di colonizzare e moltiplicarsi in ambienti artificiali come impianti di raffreddamento e impianti idrici, e la sua modalità di trasmissione attraverso l’inalazione di goccioline d’acqua. Tutti aspetti che concorrono alla sua elevata virulenza.
Legionella Pneumophila: è davvero la più pericolosa per l’uomo?
La Legionella pneumophila è responsabile di circa l’80-90% dei casi della malattia respiratoria causata da un’infezione con il suddetto batterio ed in particolare dei sierogruppi 1, 4 e 6.
Il potenziale patogeno di questa specie, come abbiamo già detto, può dipendere da molteplici fattori legati al batterio stesso e all’ambiente, come:
- Abilità della specie pneumophila di colonizzare ambienti artificiali: il che aumenta la possibilità di esposizione all’uomo;
- Modalità di trasmissione per inalazione di goccioline di acqua contenenti batteri, elemento che rende la malattia facilmente trasmissibile e complessa da prevenire;
- Condizioni e usura degli impianti idrici, che se sporchi e maltenuti possono amplificare la moltiplicazione del batterio;
- Sintomi difficili da riconoscere immediatamente, perché possono essere simili a quelli di altre malattie respiratorie, rendendo difficile la diagnosi precoce;
- Gravità della malattia, soprattutto per le persone anziane, i fumatori e per chi soffre di patologie che possono compromettere il sistema immunitario;
- Difficoltà di trattamento, a causa della resistenza agli antibiotici comuni sviluppata da alcune specie di Legionella.
La Legionellosi si manifesta in forme cliniche meno gravi (la cosiddetta Febbre di Pontiac) se non addirittura asintomatiche, a forme più severe di polmonite e pneumopatia con evoluzione anche letale, provocate nella maggior parte dei casi dalla Legionella pneumophila.
La sua pericolosità è dovuta soprattutto alla sua capacità di colonizzare e moltiplicarsi in ambienti artificiali come impianti idrici, torri di raffreddamento, sistemi di trattamento dell’aria e di nebulizzazione. Che sono, dunque, anche le principali fonti di infezione, nonché il motivo che spiega il carattere epidemico di questa malattia.
Il contagio da Legionella avviene per via aerea, in conseguenza dell’inalazione di particelle d’acqua contaminate dal batterio (aerosol). Le infezioni, dunque, si presentano soprattutto sotto forma di aggregati, a causa dell’esposizione di più persone alla medesima fonte infettiva. Non è certo un caso che focolai epidemici importanti – anche quelli balzati di recente agli onori della cronaca – sono soprattutto ospedali, case di cura, strutture ricettive e luoghi di lavoro.
Sebbene la sorveglianza epidemiologica del batterio sia notevolmente migliorata negli ultimi, i sintomi causati dalla Legionella sono ancora sotto-diagnosticati e la malattia sotto-dichiarata.
Se ci basiamo sui dati ufficiali, soltanto in Europa, l’incidenza della malattia è di circa 1,1 casi per 100.000 abitanti all’anno e un tasso di mortalità del 6,6%. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i casi di Legionellosi in Italia dal 2000 al 2019 sono stati 18.000, con punte di 2.000 ammalati all’anno e un tasso di mortalità che va dal 3 al 10%.
Cosa dovrebbe farti capire tutto questo?
Che hai a che fare con un batterio pericoloso e letale. E che l’unico modo per mantenere sicura e protetta la struttura che gestisci o di cui sei responsabile è evitare la diffusione della Legionella pneumophila e di altre specie patogene.
Come prevenire il Rischio Legionella?
La Legionella è un batterio dell’acqua ubiquitario, che vive e si sviluppa in tutti gli ambienti acquatici e umidi naturali e artificiali, dai quali si diffonde attraverso la formazione di aerosol dall’acqua contaminata.
La sua diffusa presenza rende la Legionella una fonte di notevole preoccupazione per la salute pubblica, soprattutto in quei luoghi comunitari e di lavoro dove la frequentazione umana è massima.
In generale, per prevenire la diffusione del batterio, è importante trattare correttamente l’acqua sanitaria, evitando che diventi una fonte di infezione. Come puoi farlo?
- Mantenendo gli impianti idrici e aeraulici in buone condizioni di pulizia e manutenzione: questo include la pulizia regolare dei condensatori e dei filtri, la rimozione di sedimenti e biofilm, e la disinfezione periodica degli impianti;
- Utilizzando disinfettanti efficaci: l’uso di cloruro di sodio, perossido di idrogeno, acido peracetico e altri disinfettanti specifici aiuta a limitare la proliferazione patogena dei batteri di Legionella;
- Monitorando regolarmente gli impianti: come dimostra la scoperta della Legionella Bononiensis, è importante effettuare controlli regolari per identificare la presenza del batterio e prendere provvedimenti tempestivi.
Come puoi vedere la prevenzione del Rischio di Legionellosi richiede una combinazione di adeguate misure di controllo e di gestione degli impianti, soprattutto nei luoghi di lavoro dove il rischio esposizione al batterio è potenzialmente più elevato.
I contesti lavorativi interessati sono numerosi. Strutture sanitarie e nosocomiali in primis, ma anche strutture ricettive, stabilimenti termali, impianti sportive, aziende e fabbriche.
Vuoi rendere la struttura che gestisci più sicura e il luogo di lavoro che dirigi più sano per i tuoi collaboratori? Ciò che ti serve è una Valutazione del Rischio Legionella.