Come riportano spesso le cronache nazionali, di Legionella si muore purtroppo. Questo batterio è tra i patogeni più pericolosi trasmessi attraverso l’acqua.
L’infezione causata da questo batterio è responsabile di una serie di disturbi che possono variare da una lieve sindrome simil-influenzale ad una più seria polmonite interstiziale, dagli esiti talvolta fatali.
Dal 2000 al 2019, secondo una stima dell’Istituto di Superiore di Sanità (ISS), i casi di Legionellosi in Italia sono stati circa 18.000, con picchi di 2.000 ammalati all’anno.
Anche il tasso di mortalità da Legionella è alto: oscilla mediamente tra il 3% ed il 10%. Ciò comporta l’adozione di strategie e misure di prevenzione mirate, soprattutto in quegli edifici e strutture comunitarie considerate più a rischio.
Avere consapevolezza del problema e sapere come affrontarlo efficacemente, può salvare la vita di quei soggetti più suscettibili al contagio.
Legionella, modalità di trasmissione del batterio
La Legionella è un batterio cosiddetto ubiquitario, ovvero riscontrabile ovunque nell’ambiente. L’habitat naturale ideale è rappresentato da superfici lacustri o fluviali, sorgenti termali, falde idriche e da tutti gli ambienti umidi.
Da qui può facilmente contaminare ambienti acquatici artificiali come torri di raffreddamento o evaporative, serbatoi, piscine impianti idrici e di climatizzazione di edifici pubblici e privati.
Poiché tali impianti sono presenti in tutti i posti che abitualmente si frequentano (ospedali, case di cura, alberghi, impianti sportivi, piscine, scuole ecc…), il rischio di contrarre la Legionellosi è potenzialmente molto alto.
Quando si parla di infezione da Legionella bisogna, però, specificare che questo batterio non si trasmette da uomo a uomo. La trasmissione della malattia da Legionella avviene tra soggetto e acqua contaminata.
Ma come avviene il contagio? La Legionella si trasmette tramite due modalità:
- Inalazione di aerosol contenenti Legionelle;
- Micro aspirazione di acqua contaminata.
Alla trasmissione della malattia sono stati associati, dunque, tutti gli impianti idrici ed i sistemi generanti aerosol come: soffioni delle docce, le colonne di vapore delle torri di raffreddamento, umidificatori, condizionatori d’aria, idromassaggi, apparecchi per aerosol e per l’ossigenoterapia.
La Legionella penetra attraverso le mucose delle alte vie respiratorie dell’organismo umano, tramite l’inalazione o l’aspirazione di acqua nebulizzata o in sospensione nell’aria, contenente il batterio.
La pericolosità di queste particelle di acqua contaminate è strettamente connessa alla loro dimensione: ad esempio goccioline più piccole di 5 micron sono quelle che più facilmente riescono a penetrare fino alle basse vie respiratorie, generando i sintomi più severi.
Legionella, sintomi e sviluppo della malattia
La Legionellosi rappresenta la forma morbosa causata nel 95% dei casi dall’agente eziologico Legionella pneumophila.
Questa malattia si presenta con diverse manifestazioni cliniche che vanno da casi completamente sintomatici a sindromi simili all’influenza, fino a casi più gravi caratterizzati da una polmonite con elevata letalità.
Alla Legionellosi sono ricondotti solitamente due distinti quadri clinici:
- Febbre di Pontiac (forma più leggera di infezione);
- Malattia dei Legionari (forma grave).
La Febbre di Pontiac è la forma più lieve della malattia. Deve il suo nome all’omonima città del Michigan (Stati Uniti) in cui è avvenuto il primo episodio conosciuto, nel 1978.
Si tratta di una infezione acuta che non interessa i polmoni e che ha un periodo di incubazione molto rapido, tra le 24-48 ore.
I sintomi tipici sono quelli classici di una comune influenza, ovvero malessere generale, dolori articolari e alle ossa, febbre, mal di gola, mal di testa ecc…
La Febbre di Pontiac può colpire anche individui sani di ogni fascia d’età, bambini compresi. Il quadro sintomatologico di questa infezione da Legionella comunque è autolimitante, ovvero si guarisce spontaneamente in pochi giorni senza un trattamento specifico.
La malattia del Legionario è la vera e propria Legionellosi, la forma più morbosa e severa della malattia causata dalla Legionella.
Si presenta come una polmonite acuta, accompagnata da sintomi simili ad altre forme di polmonite come febbre, tosse secca, dolori muscolari, debolezza e difficoltà di respirazione.
Ma talvolta possono comparire anche sintomi extra respiratori e complicanze di natura neurologica, renale, cardiaca e gastrointestinale.
Il periodo di incubazione è più lungo, e va dai 2 ai 10 giorni circa e, nella maggior parte dei casi, richiede l’ospedalizzazione dei soggetti che ne sono colpiti (il 20% dei soggetti richiede il ricovero e relativo trattamento in terapia intensiva).
Il quadro clinico della Malattia del Legionario è molto simile ad altri tipi di polmonite atipica. Ciò rende la diagnosi particolarmente complessa poiché richiede alcuni esami di laboratorio specifici, una radiografia ed una anamnesi del paziente accurata.
La terapia raccomandata in presenza di Legionellosi è a base di antibiotici. Generalmente, a seconda dei vari casi di contagio da Legionella, vengono somministrati eritromicina, azitromicina e levofloxacina, che manifestano un’ottima penetrazione intracellulare nel batterio.
Di Legionella si muore: quali sono i fattori critici
La circostanza che la stessa specie di Legionella possa causare due distinte forme cliniche dipende sostanzialmente da 3 fattori:
- Lo stato di salute complessivo del soggetto ospite;
- Grado di esposizione al patogeno (quantità di Legionella in un certo volume di acqua e tempo di esposizione);
- Virulenza e carica infettiva del ceppo batterico.
Per ciò che attiene alla salute generale del soggetto esposto al batterio , è possibile individuare alcuni fattori critici che possono contribuire ad un esito letale.
Questi fattori di maggiore suscettibilità individuale sono soprattutto:
- Età avanzata;
- Sesso maschile;
- Fumo;
- Consumo di alcool;
- Patologie polmonari croniche;
- Patologie pregresse croniche (diabete, malattie cardiovascolari, insufficienza renale, malattie croniche ecc…);
- Immunodeficienza e immunodepressione (causata da patologie , trapianti d’organo o trattamenti oncologici immunosoppressivi).
Gli individui sani generalmente non si ammalano o sviluppano soprattutto la Febbre di Pontiac. Al contrario, soggetti che presentano i fattori di rischio appena elencati avranno più probabilità di acquisire e sviluppare la forma più grave della malattia.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo la recente situazione epidemiologica da Legionella in Italia ed in Europa, evidenziando il tasso di mortalità della malattia ed illustrando le strategie di prevenzione più efficaci da mettere in atto.
Legionella, analisi della mortalità in Italia e in Europa
Il tasso di mortalità correlata all’infezione da Legionella dipende anche da fattori specifici e talvolta determinanti, quali:
- La gravità della malattia;
- Il luogo in cui ci si è esposti all’infezione;
- L’appropriatezza della terapia antibiotica iniziale.
Complessivamente, in Italia, questo tasso di letalità si aggira intorno al 5-10%, talvolta anche il 15%, ma può variare nei pazienti immunodepressi, ad esempio, dal 40-80% senza adeguato trattamento farmacologico, al 5-30% in caso invece di adeguata terapia.
Nel nostro paese, la Legionellosi è soggetta all’obbligo di notifica nella classe II (secondo quanto prescritto dal DM 15 dicembre 1990), e ad un sistema di sorveglianza al fine di raccogliere informazioni dettagliate della malattia in un registro nazionale specifico.
Secondo i dati riportati nel rapporto annuale sulla Legionellosi 2018 in Italia, all’Istituto Superiore di Sanità sono stati notificati 2.964 casi, con un incremento del 47% rispetto al 2017.
Di questi casi, almeno 101 erano stati ricoverati in ospedale o in clinica nei giorni precedenti al manifestarsi della malattia. Circa 298, invece, avevano pernottato almeno una notte in alberghi, campeggi, navi o abitazioni diverse dalla propria, mentre 64 casi si riferivano a persone residenti in comunità chiuse.
Nel 99,9% dei casi notificati il patogeno responsabile era la Legionella pneumophila. L’incidenza nel 2018 è stata del 48,9 casi per milione di abitanti (33,2 l’anno precedente), maggiore al Nord (75,3 casi per milione) rispetto al Centro-Italia (49,9 per milione) e al Sud (13,2 per milione).
Secondo il Rapporto sulla sorveglianza della Legionellosi in Europa nel 2018, a cura dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), il tasso di incidenza della Legionellosi nel Vecchio Continente varia da Paese a Paese in relazione alla qualità dei sistemi di sorveglianza, nonché dai fattori di rischio che caratterizzano ogni realtà locale.
Nel 2018 il tasso di notifica dell’Unione Europea era pari a 22 casi per milioni di persone. Analizzando il periodo 2014-2018 è stato registrato un aumento costante del tasso di notifica annuale, da 13 milioni per abitanti nel 2014 a 22 milioni per abitanti nel 2018.
A ciò si è accompagnato anche un aumento del 23% dei casi tra il 2017 ed il 2018. L’Italia, insieme a Francia, Germania e Spagna, rappresentano il 71% di tutti i casi notificati a livello europeo nel 2018.
Nel 2018 i casi complessivi riportati da 30 paesi europei ammontano a 11.343 casi di infezione, di cui 10.672 (94%) confermati. Degli 8.974 casi con esito noto, 696 (8%) sono stati segnalati essere stati fatali.
Quali sono le strategie generali per prevenire la Polmonite da Legionella
L’aumento dei casi di Polmonite da Legionella registrato negli ultimi anni mette in evidenza la necessità da un lato di aumentare la consapevolezza del Rischio Legionella, dall’altro di promuovere l’importanza di prevenzione e controllo degli impianti a rischio.
Come indicato anche nelle linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi, il potenziale rischio di acquisizione della malattia deve essere mitigato e contenuto adottando tutte le misure di sorveglianza, controllo e prevenzione.
A che temperatura muore la Legionella e come mantenere al sicuro un impianto
La Legionella è un serio pericolo per la salute dell’uomo ed è un rischio da non sottovalutare per tutti gli impianti che distribuiscono acqua sanitaria, ovvero l’acqua che si usa tutti i giorni.
Pertanto è necessario limitare il più possibile la formazione e la proliferazione incontrollata, eliminando quelle che sono le principali condizioni ottimali di sviluppo. Una di queste, come vedremo, è la temperatura dell’acqua.
Alcune delle strategie di prevenzione a livello dei sistemi impiantistici utili a minimizzare la pericolosità della Legionella possono riassumersi nei seguenti punti:
- Progettare correttamente gli impianti che comportano nebulizzazione e/o riscaldamento dell’acqua;
- Evitare di installare tubature con tratti ciechi che formano ristagni ed impediscono il ricircolo d’acqua;
- Pulire periodicamente gli impianti, rimuovendo sedimenti e incrostazioni, e utilizzando disinfettanti efficaci per la Legionella come l’ipoclorito di sodio;
- Effettuare la Valutazione del Rischio Legionellosi ogni due anni (meglio ogni anno) e aver cura di redigere il Registro con tutti gli interventi di manutenzione ordinari e straordinari svolti;
- Effettuare analisi microbiologiche dell’acqua con frequenza;
- Controllare la qualità dell’acqua nelle torri evaporative, due volte all’anno: all’inizio e alla fine della stagione di raffreddamento, ma anche prima o dopo un lungo periodo di inattività;
- Verificare lo stato di efficienza dei filtri e provvedere alla periodica sostituzione;
- Effettuare periodicamente trattamenti biocidi per contrastare la crescita negli impianti di alghe e protozoi che costituiscono nutrimento per la Legionella;
- Eseguire programmi di trattamento dell’acqua, in grado di prevenire la formazione del biofilm in cui si annidano le Legionelle.
Riguardo la temperatura dell’acqua, come dicevamo, è fondamentale che questa sia mantenuta al di sopra dell’intervallo che favorisce la proliferazione del batterio (25 – 55 °C). La temperatura ottimale per la Legionella è di circa 35-37°C.
Al di sotto dei 25°C il batterio sopravvive ma si trova in uno stato dormiente. Già dai 45 °C la Legionella smette di crescere. Man mano che la temperatura aumenta, superando i 50°C, più rapidamente il batterio cessa di vivere.
Tali misure, lo ricordiamo, non garantiscano che un impianto sia privo di Legionella. Tuttavia, contribuiscono a ridurre il rischio di una contaminazione dai potenziali esiti fatali.