In Italia e nel mondo, in questo 2020 non si è parlato d’altro: l’emergenza Covid-19 è stata al centro dell’interesse collettivo.
Nell’ottica della riapertura delle attività molti Responsabili del Servizio di Protezione e Prevenzione, coordinandosi con l’azienda, definiscono linee guida per la riapertura e per le misure di contenimento del contagio.
In un’ottica più ampia, possiamo affermare che, la gestione del Corona-Virus (nome scientifico: SARS-CoV-2), rientra nella valutazione e prevenzione del Rischio Biologico: da sempre molto difficile e complesso da analizzare.
Da anni si conoscono molti elementi importanti per condurre con successo una valutazione adeguata, ma resta importante tenersi aggiornati e approfondire verticalmente i nuovi scenari e le implicazioni specifiche del proprio ambiente di lavoro.
Tra questi elementi imprescindibili, spicca per popolarità il ben noto Rischio Legionella, balzato alle cronache più e più volte per la sua temuta letalità quando ancora il Covid-19 non era sotto i riflettori.
Ma che differenze ci sono tra Legionella e SARS-CoV-2? Che tipo di relazione esiste, se esiste, tra questi due pericolosi nemici?
Oggi, in questo articolo di approfondimento, cercheremo di analizzarli in un faccia a faccia radiografico diviso in 4 punti, così da metterli a nudo e comprenderne meglio i tratti distintivi.
1. Batteri e Virus: due mondi diversi
La prima grande differenza tra il SARS-CoV-2 e la Legionella, parte dalla loro natura intrinseca. Da un lato parliamo del mondo dei Virus, dall’altro di quello dei Batteri.
Sia i Batteri che i Virus sono microorganismi, ma hanno caratteristiche molto diverse tra loro. I primi sono unicellulari, privi di nucleo, mentre i secondi sono una forma di vita più semplice, costituita da informazioni genetiche protette da un rivestimento composto (generalmente) da proteine o lipoproteine.
Anche rispetto alle dimensioni i batteri del genere legionella variano da 0,3 a 0,9 µm di larghezza e 1,5 a 5 µm di lunghezza. Nel Virus SARS-CoV-2 la dimensione varia dai 20 ai 400 nanometri, equivalente a 0,02-0,4 micron.
2. Differenze di contagio nell’individuo
Un’altra grande differenza, quella forse più importante tra questi due agenti biologici, sussiste nel loro modo di propagarsi nell’ambiente per attaccare l’individuo.
Il contagio da uomo a uomo, nel Rischio Legionella, non è scientificamente escludibile, ma assolutamente poco concreto.
La trasmissione della Legionella, batterio che causa la legionellosi, avviene con l’inalazione di piccole particelle di acqua contaminata (le fonti di trasmissione sono quasi esclusivamente le docce e le torri evaporative, infine gli impianti di umidificazione).
Totalmente diverso il caso del CoronaVirus che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta. La via primaria sono le goccioline del respiro (droplets) delle persone positive, ad esempio tramite:
– la saliva, tosse e starnuti
– contatti diretti personali (abbracci o prossimità)
– contatto con le mani, ad esempio toccandosi con le mani (non ancora lavate) bocca, naso o occhi
3. Letalità a confronto: Covid-19 vs Legionella
Per quanto non si abbiano ancora dati certi sulla letalità del Covid-19 possiamo fare delle ipotesi sui numeri a disposizione e confrontarli con i tassi di letalità nella Legionellosi.
Al 23 Aprile 2020 la COVID-19 si rivela letale soprattutto per le persone tra gli 80 e gli 89 anni con un tasso del 30,8 per cento, seguito dal 26,1 per cento dei più anziani di 90 anni e dal 24,9 per cento di chi ha un’età compresa tra 70 e 79 anni. Per i soggetti di sesso femminile il dato totale è del 9,3 per cento contro il 17,1 per cento per quelli di sesso maschile. In Italia si riscontrano % di letalità tra i più alti nel mondo.
Secondo l’ISS il tasso di mortalità correlata all’infezione da Legionella dipende da alcuni fattori specifici (come la gravità della malattia, l’appropriatezza del trattamento antibiotico iniziale, il luogo in cui è stata contratta l’infezione, le condizioni pregresse del paziente) e può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati, al 5-30% in caso di un appropriato trattamento della patologia. Complessivamente la letalità della legionellosi si aggira tra il 5% e il 10% (fonte: Istituto Superiore di Sanità).
4. Azioni contenitive negli ambienti di lavoro
Aspetto assolutamente interessante e fondamentale nella lotta alla diffusione di entrambe le patologie, è il corretto protocollo di contenimento all’interno dei luoghi di lavoro.
Per il CoronaVirus sono state spese centinaia di pagine di approfondimento e di indicazioni appropriate.
In particolare, per contrastare e prevenire i Rischi di diffusione negli ambienti di lavoro è bene soprattutto:
- Obbligo di rimanere a casa se febbre oltre 37.5
- Limitare i contatti con i fornitori esterni
- Pulizia e sanificazione degli ambienti in maniera costante
- Igiene delle mani
- Mascherine e guanti
- Spazi comuni con accessi contingentati (mense, spogliatoi, aree fumatori)
Per quanto riguarda le azioni di contenimento del Rischio Legionella sappiamo che ancora molti ciarlatani propongono soluzioni miracolose con ritrovati chimici o rivoluzionari impianti di dosaggio in continuo con tecnologie innovative.
La verità è che la prevenzione della Legionella deve tener conto di molteplici fattori, fra cui:
- Materiali di costruzione e ramificazione dell’impianto idrico
- Valutazione del Rischio Legionella
- Pianificazione delle attività ordinarie nel registro di autocontrollo
- Strategia di pianificazione delle analisi presenza/assenza
- Possibili interventi e trattamenti in caso di contaminazione
- Suscettibilità occupanti e lavoratori esposti
Per una corretta gestione del Rischio Legionella è dunque necessaria un’azione mirata e costruita sulla base della specifica struttura che si intende proteggere.