La Legionella rappresenta una minaccia silenziosa ma concreta per la salute pubblica, soprattutto in contesti ad alta frequentazione come strutture sanitarie, alberghi e impianti sportivi. Nonostante le Linee guida del 2015 abbiano offerto un quadro normativo chiaro, la recente Legge 18/2023 ha introdotto anche dubbi e incertezze che rischiano di compromettere la prevenzione efficace di questo batterio.
Per approfondire normative vigenti, progressi e criticità operative legate a questa tematica, abbiamo intervistato il Dott. Ugo Sozzo, esperto del settore e punto di riferimento nella prevenzione della Legionellosi.
In questa intervista, il Dott. Sozzo analizza le criticità delle normative vigenti e le difficoltà operative nella gestione del rischio Legionella, sottolineando la necessità di un approccio dinamico e costante. Mette in luce le principali lacune normative e propone soluzioni concrete per potenziare la consapevolezza e la formazione degli operatori del settore.
1. Quali sono gli ultimi aggiornamenti normativi nella lotta alla Legionella?
Le novità più rilevanti derivano dalla Legge n.18 del 2023, che recepisce la Direttiva Europea 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. Questa normativa introduce un approccio armonizzato a livello europeo nella gestione della Legionella, integrando le Linee Guida nazionali per la gestione delle acque.
I punti chiave della nuova normativa possono riassumersi in:
- Introduzione dei piani di gestione del rischio;
- Sensibilizzazione sull’uso responsabile delle risorse idriche;
- Monitoraggio della Legionella come indicatore microbiologico della qualità dell’acqua.
Tuttavia, è importante notare che le indicazioni per la valutazione del rischio Legionella sono ferme al 2015, con le Linee Guida per la Prevenzione e il Controllo della Legionellosi (escludendo quelle specifiche dell’Emilia Romagna, aggiornate al 2017 e sostanzialmente simili). Ciò rende necessario un aggiornamento per allinearsi ai nuovi standard.
2. Quali aspetti risultano poco chiari o “ombrosi” nelle attuali normative sulla Legionella?
La Legge 18/2023 presenta criticità e aspetti poco chiari rispetto alle Linee guida del 2015, più chiare e dettagliate. Infatti, non sono ben definiti la classificazione delle strutture per classi di priorità e gli obblighi effettivi. Questo potrebbe escludere grandi strutture indicate come “non prioritarie” dall’obbligo di valutazione del rischio, aumentando i rischi sanitari. Inoltre, la gestione della positività ai test è lasciata alla discrezione delle ASL locali, creando confusione e disparità territoriali.
3. Quali sono le principali difficoltà che gli esperti incontrano nell'interpretazione delle attuali linee guida?
È difficile far comprendere che la Legionella non è un evento statico risolvibile con interventi isolati, ma richiede una gestione continua e coordinata. Spesso manca formazione adeguata per committenti e responsabili della sicurezza.
Un altro problema riguarda l’interpretazione delle norme: non è chiaro quali strutture siano obbligate alla valutazione del rischio. Sarebbe auspicabile una definizione più precisa e univoca, evitando termini vaghi come “raccomandato” o “consigliato”.
Entrando più nel pratico, i limiti di riferimento (fissati a 1000 ufc/litro dalla L.18/2023) sono troppo rigidi, ignorando fattori come il tipo di struttura (uffici, RSA, ecc.) e la temperatura dell’acqua.
4. Quali aspetti delle linee guida esistenti, a tuo avviso, andrebbero semplificati?
Sicuramente uno degli aspetti da semplificare è la definizione delle strutture obbligate alla Valutazione del Rischio Legionella. Attualmente, questa parte risulta poco chiara e genera incertezze tra gli operatori.
In secondo luogo, andrebbe migliorata la sezione riguardante gli interventi di disinfezione shock a seguito delle contaminazioni. I testi normativi parlano di disinfezione shock senza però entrare troppo nello specifico, quindi senza definire chiaramente quali componenti dell’impianto trattare o in quali situazioni sia sufficiente un’iperclorazione rispetto a interventi più estesi sui boiler o altri elementi.
5. Come dovrebbero essere potenziate le Linee Guida per una prevenzione efficace della Legionella?
Oltre a quanto indicato rispetto agli obblighi più chiari per le varie strutture, sarebbe utile indicare con chiarezza i riferimenti normativi e il perimetro di azione, per evitare sovrapposizioni o interpretazioni ambigue.
Mi spiego meglio: troppo spesso vengono aggiunte leggi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e, come accaduto con la Direttiva Europea sulle acque, ci sono delle aree tangenti che si accavallano, mandando in confusione gli operatori.
Sarebbe molto utile “ufficializzare” i testi normativi a cui far riferimento, rispetto a tematiche così delicate come la Legionella, per evitare disguidi o interpretazioni incoerenti tra le varie emanazioni.
Altro aspetto, senza dubbio da considerare, è la definizione più corretta delle cosiddette “aree grigie” della gestione Legionella. In alcuni casi, il proprietario di una struttura, infatti, non sa bene in quale casistica collocarsi per ciò che riguarda le positività. D’altronde va anche specificato che in certi contesti il rischio va gestito con buon senso e sulla base di un’esperienza operativa difficilmente normabile.
6. In base alla tua esperienza, quali sono le principali difficoltà operative che le strutture affrontano nel rispettare le linee guida sulla Legionella?
Le difficoltà principali derivano dalla varietà di attività richieste per una corretta gestione del Rischio Legionella. Tra queste possiamo citare:
- Flussaggi settimanali dei punti acqua;
- Identificazione ed eliminazione dei rami morti;
- Interventi su torri evaporative e boiler con cadenze semestrali/annuali;
- Campionamenti periodici;
- Controlli sui sistemi di trattamento.
Queste attività richiedono competenze specifiche e professionisti qualificati, creando una difficoltà operativa di gestione e riscontro sui registri.
7. La consapevolezza e la formazione sulla Legionella degli operatori del settore è sufficiente?
La sensibilizzazione alla prevenzione Legionella è migliorata, ma non è uniforme in tutte le regioni. Con il portale Legionella.it e seminari gratuiti, abbiamo contribuito e contribuiamo tuttora alla formazione dei Responsabili del Servizio Protezione e Prevenzione e gli addetti alla sicurezza.
Tuttavia, c’è ancora tanto da fare: servono normative più chiare per rafforzare la preparazione degli operatori.
8. Quali aspetti vengono spesso sottovalutati e cosa invece andrebbe enfatizzato?
La manutenzione continua degli impianti è spesso sottovalutata. Mi piace utilizzare un paragone per spiegare il tema della gestione Legionella: la nostra salute dentale. Proprio come è importante prenderci cura dei nostri denti, lavandoli regolarmente e facendo controlli periodici, allo stesso modo con il Rischio Legionella serve attenzione costante per prevenire problemi. Le soluzioni rapide “one-shot” (come filtri o trattamenti continui) sono efficaci solo se integrate in un piano di prevenzione completo, supportato da personale formato.
Legionella: l’importanza di un approccio integrato alla prevenzione
Dall’intervista al Dott. Ugo Sozzo emerge con forza che una prevenzione efficace della Legionella può essere garantita solo attraverso normative chiare, formazione continua e una gestione pianificata e costante.
L’attuale quadro normativo necessita di maggiore chiarezza e coerenza per supportare concretamente le strutture nella gestione del rischio. Superare approcci standard e frammentati è indispensabile: serve una strategia integrata che unisca regolamentazioni precise, manutenzioni regolari e la formazione di personale qualificato.
Solo un approccio completo e coordinato permette di contrastare la proliferazione della Legionella, tutelando la salute pubblica e la sicurezza degli ambienti. Questa visione integrata è la chiave per ridurre i rischi attuali e affrontare con prontezza le sfide future.