Continuiamo a parlare di trattamenti anti Legionella, stavolta soffermandosi sull’aspetto che riguarda le temperature. Quali sono i valori che rendono innocuo il batterio, quali invece quelli che aumentano le possibilità di contaminazione di un impianto.
La Legionella è un rischio piuttosto serio per le reti idriche e per tutti quegli impianti che distribuiscono acqua sanitaria, quella che si usa quotidianamente in uffici, abitazioni private e altri ambienti pubblici e privati.
Le condizioni ideali affinché questo batterio si riproduca negli impianti idrici artificiali sono soprattutto:
- Cattive condizioni di manutenzione;
- Tubazioni terminali e rami morti;
- Presenza di incrostazioni, corrosione, calcare e sedimenti organici;
- Ristagno dell’acqua;
- Temperatura dell’acqua al di sopra dei 20°C.
Ecco allora che diventa importante conoscere a quali temperature può insorgere un rischio di Legionella nell’acqua che usiamo tutti i giorni. Soprattutto al fine di comprendere quali siano i trattamenti di shock termico più efficaci a debellarla.
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Leggi anche: “Cos’è la Legionella? Batteri, habitat e pericoli per la salute”.
Trattamenti anti Legionella: quali sono le temperature ottimali
Se gestisci o sei responsabile della sicurezza di un albergo, un ospedale oppure una qualsiasi altra struttura comunitaria è fondamentale che tu conosca quali siano i range di temperatura a cui il batterio prolifera o diventa innocuo.
La Legionella è un batterio naturalmente presente nell’acqua ma per poter attivarsi, proliferare e diventare patogeno per la salute umana, infatti, necessità di uno specifico intervallo di temperatura.
Ecco una tabella di valori termici da considerare quando si parla di Legionella:
- da 0 a 20°C: Legionella quiescente;
- da 20 a 37° C: Legionella attiva;
- da 37 a 42°C: Crescita ottimale del batterio;
- da 42 a 50°C: Legionella attiva;
- da 50 a 60°C: inattivazione lenta del patogeno (in circa 5-6 ore);
- Sopra i 60°C: rapida inattivazione (in circa 2 minuti).
Considerato che il batterio si attiva e si riproduce con un intervallo di temperatura che va dai 20°C ai 50°C circa, è palese che tutti gli impianti di distribuzione di acqua calda sanitaria sono una potenziale minaccia per la salute pubblica.
Gli ambienti in cui il batterio prolifera sono i più disparati. Ma che si tratti di condizionatori d’aria, sistemi di acqua calda, riscaldatori, serbatoi, apparecchiature mediche che entrano in contatto con l’acqua o boiler, tutti richiedono interventi di bonifica e misure di prevenzione.
Come avrai notato però, parliamo di “inattivazione” e non di “eliminazione”. Questo perché la Legionella non è un batterio che può essere eradicato completamente. Chi ti promette il contrario, spacciando gli interventi di bonifica anti legionella come definitivi, ti sta semplicemente mentendo.
Vuoi approfondire l’argomento trattato nel paragrafo? Leggi anche: “Bonifica Legionella, disinfezione e sanificazione impianti”.
Antilegionella: cosa dice la normativa di riferimento
Gran parte delle misure anti Legionella sono contenute all’interno delle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi del 2015.
Qui vengono fornite indicazioni e suggerimenti su:
- Corretta progettazione degli impianti;
- Procedure di manutenzione;
- Metodi di trattamento dell’acqua.
Altri riferimenti normativi sono contenuti nella norma UNI 9182:2014 che fissa in una temperatura uguale o maggiore a 55°C il valore termico adeguato a cui va mantenuta tutta la rete di produzione dell’acqua calda.
Siccome il problema Legionella riguarda anche le linee di distribuzione di acqua fredda (si parla di cross contaminazione) la stessa norma fornisce anche indicazioni riguardo l’idoneo isolamento termico dell’impianto e la progettazione di una linea di ricircolo continua dell’acqua, per limitare l’accrescimento del biofilm.
Chiarito questo, vediamo nel prossimo paragrafo quali sono le procedure che agiscono sulla temperatura dell’acqua, come funzionano e se sono realmente efficaci ad arginare il problema Legionella.
Trattamento termico: come ridurre la presenza di Legionella
I trattamenti anti Legionella basati sulle temperature di fatto servono a eliminare quelle condizioni ottimali di sopravvivenza delle colonie batteriche presenti nell’impianto, riportandole entro un limite che non costituisca un rischio per la salute.
Esistono due tipologie di interventi fisici di bonifica che utilizzano il controllo della temperatura dell’acqua per prevenire una potenziale contaminazione:
- Mantenimento della temperatura;
- Disinfezione Termica o shock termico.
Premesso che la Legionella comincia a non attivarsi a temperature dell’acqua superiori ai 50°C, nel primo caso l’intervento di prevenzione e/o bonifica consisterà nel mantenerla sempre superiore a questo valore. Le linee guida indicano le seguenti temperature da mantenere costantemente:
- Acqua fredda: > 20°C
- Colonne di ricircolo acqua calda: > 50°C
- Accumuli di acqua calda, tra cui i boiler centralizzati): > 60°C
Il mantenimento di tali temperature non è comunque facilmente ottenibile sia per questioni tecniche (impianti vetusti non sono in grado di garantire gli intervalli indicati), sia per questioni di risparmio energetico (il mantenimento di tali condizioni definisce un quadro fortemente energivoro).
Invece, lo Shock Termico è una tipologia di intervento molto più articolata. Consiste nell’aumento forzato della temperatura dell’acqua calda sanitaria ad almeno 70-80°C per 3 giorni consecutivi e per almeno 30 minuti al giorno (la temperatura >70°C deve essere garantita all’uscita di ogni erogatore). Si tratta di un tempo considerato sufficiente alla completa disinfezione dell’impianto.
Il trattamento di shock termico anti Legionella è un sistema utile a ripristinare immediatamente funzionalità e sicurezza di un impianto contaminato, che non richiede particolari attrezzature per essere messo in atto.
È altresì vero che lo schock termico così come espressamente indicato dalle linee guida è risolutivo, ma anche difficilmente realizzabile, per i motivi energetici e tecnici visti sopra.
Ma attenzione, perché potrebbe non essere risolutivo, infatti:
- Ha un’efficacia di breve periodo;
- Non agisce sul biofilm e dunque la Legionella potrebbe ripresentarsi nel giro di poche settimane o mesi;
- Richiede impianti in grado di raggiungere temperature elevate;
- Non sempre raggiunge tutti i punti terminali dell’impianto di distribuzione;
- Implica costi elevati di energia elettrica;
- Può danneggiare lo stato e la tenuta degli impianti a causa delle elevate temperature (soprattutto quelli dove sono presenti materiali plastici);
- Richiede personale specializzato, perché c’è un serio rischio di ustioni e incidenti.
Inoltre, se l’impianto è ricco in biofilm e incrostazioni, la Legionella può ripararsi in ambienti protettivi e scampare alla disinfezione termica.
Per quanto efficace nel breve periodo, questo è un metodo di disinfezione temporanea. Per un’efficacia sistemica a lunga durata è dunque necessario inserire questo e altre tipologie di interventi di bonifica in un protocollo più ampio di gestione del Rischio Legionella.
Innanzitutto è fondamentale agire già in fase di progettazione di un impianto. Uno schema di impianto antilegionella ottimale, infatti, dovrebbe basarsi su un sistema di produzione di acqua calda sanitaria istantaneo ad accumulo tecnico che elimina ogni possibile condizione di ristagno dell’acqua.
Il passo successivo è una costante e attenta manutenzione degli impianti e interventi di bonifica e disinfezione eseguiti da professionisti del settore.
Solo così potrai avere la certezza di garantire le ideali condizioni di sicurezza negli impianti idrici e aeraulici che servono la tua struttura.