Il tema della Legionella e del Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) è di grande importanza per la salute pubblica, specialmente in ambienti ospedalieri, alberghieri e in qualsiasi struttura dotata di un sistema idrico complesso.
Un Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) è uno strumento introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per assicurare la sicurezza dell’acqua distribuita e destinata ad uso idropotabile.
È trascorso un anno circa da quando avevamo affrontato l’argomento in un articolo riguardante la “Normativa acqua potabile e novità sul tema Legionella”.
Riprendiamo questo tema per approfondire esattamente cosa sia un PSA e quali cambiamenti ha introdotto, anche alla luce del recente Rapporto Istisan 22/33 “Linee guida nazionali per l’implementazione dei Piani di Sicurezza sull’Acqua”.
Per prevenire il rischio di contaminazione da Legionella e garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano, è essenziale adottare misure preventive efficaci e conformi alle normative vigenti.
In questo contesto, la Direttiva Europea 2184/2020 ha un ruolo fondamentale nel delineare nuovi standard e le procedure da seguire che includono proprio l’implementazione obbligatoria dei PSA.
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Dalla Direttiva UE 2184/2020 al D.Lgs. 18/2023: un nuovo approccio basato sul rischio
La Direttiva UE 2020/2184 ha portato un nuovo approccio al controllo del rischio nell’approvvigionamento idrico, estendendo l’analisi a tutta la filiera idropotabile.
Questo si concentra sulla valutazione e la gestione del rischio di tre componenti principali della filiera:
- punti di prelievo;
- sistema di fornitura idropotabile;
- sistemi di distribuzione interna.
Questi aspetti e le disposizioni generali della Direttiva UE sono stati trasposti in Italia con il Decreto Legislativo n.18/2023, che mira a garantire la qualità e la salubrità dell’acqua, introducendo requisiti igienici e un approccio basato sul rischio per la protezione della salute umana e ambientale, che copre l’intera catena di approvvigionamento, dal prelievo al consumo.
Il modello dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA), introdotti dall’OMS, è centrale in questo processo, fornendo criteri e procedure per valutare i rischi in modo completo, compresi quelli legati alla Legionella.
In particolare, l’articolo 9 del D.Lgs. 18/2023 stabilisce un approccio alla sicurezza dell’acqua che si concentra sull’identificazione dei pericoli specifici e sull’implementazione di misure di controllo adeguate. I pericoli possono essere:
- biologici;
- chimici;
- fisici;
- radiologici (esclusi dal processo di valutazione e approvazione del PSA).
Particolarmente rilevante è la gestione del rischio legato alla Legionella, che prima la Direttiva Europea e poi il D.Lgs. di attuazione, hanno incluso come parametro analitico per i sistemi di distribuzione domestici.
Tra i patogeni presenti nell’acqua, la Legionella è particolarmente preoccupante. Si tratta di un batterio ubiquitario nelle acque dolci naturali e il cui rischio infettivo è legato all’inalazione di aerosol di acqua prodotti dai terminali della rete (docce, rubinetti) e da impianti di climatizzazione colonizzati.
Il Decreto Legislativo 18/2023 mantiene ben salde tutte le misure di controllo e prevenzione inserite nelle Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi del 2015, ma estende la valutazione del rischio anche agli impianti interni di distribuzione idrica, fissando un limite di 1000 UFC/L per la ricerca di Legionella.
È importante sottolineare che anche gli obblighi relativi al DVR Legionella restano validi e coesistono con quelli definiti nel Decreto Legislativo n.18/2023. Pertanto, la gestione e il controllo della Legionella rimangono una priorità per garantire la sicurezza dell’acqua potabile.
Normativa PSA: quali sono le novità?
Prima di spiegare cos’è e come va redatto un Piano di Sicurezza dell’acqua, dobbiamo fare un passo indietro e soffermarci su quello che è il vero cambio di rotta introdotto da questo strumento previsto dalle più recenti normative.
In passato, le azioni concrete venivano intraprese principalmente dopo il superamento dei valori limite. Ora, invece, si interviene preventivamente per limitare e, se possibile, eliminare i pericoli di contaminazione dell’acqua, salvaguardando così la salute umana.
Il cuore di un Piano di Sicurezza dell’Acqua è dunque un’analisi dettagliata di tutti i possibili rischi presenti lungo l’intero sistema idrico, inclusi eventi come calamità naturali, incidenti e sversamenti dolosi.
Le “Linee guida nazionali per l’implementazione dei PSA” (Rapporti ISTISAN 22/33), pubblicate il 30 marzo 2022 dall’ISS, forniscono un quadro normativo e dettagliano le fasi di sviluppo di un PSA in ottemperanza al D.Lgs 18/2023, con focus sui rischi microbiologici, virologici e chimico-fisici legati alla contaminazione idropotabile, offrendo aggiornamenti significativi rispetto alla precedente edizione del 2014.
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Cos’è un Piano di Sicurezza dell’Acqua?
Il concetto di Water Safety Plan è stato introdotto per la prima volta nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e sono stati resi definitivamente obbligatori dal nuovo D.Lgs. 18/23. Questi piani rappresentano un sistema integrato di prevenzione e controllo, basato su un’analisi del rischio specifica per ogni sito e applicata a tutta la filiera idro-potabile.
In altre parole, spostano l’attenzione dal mero monitoraggio retrospettivo delle acque distribuite alla prevenzione e gestione dei rischi lungo l’intera filiera idropotabile, dalla captazione al consumo. In quest’ottica, sono uno strumento fondamentale per garantire che l’acqua che arriva ai nostri rubinetti sia sicura e di alta qualità.
L’introduzione dei PSA, secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, si propone di raggiungere importanti obiettivi, tra cui:
- Prevenire efficacemente situazioni emergenziali di natura idro-potabile causate da parametri normalmente non monitorati, considerando ogni possibile evento pericoloso dalle fonti di approvvigionamento fino alla distribuzione, e tenendo conto degli scenari relativi ai cambiamenti ambientali e climatici in atto;
- Ridefinire le zone di protezione delle aree di captazione delle acque per garantire una maggiore sicurezza;
- Accrescere la capacità di individuare preventivamente eventi di contaminazione attraverso l’utilizzo di sistemi di monitoraggio online e di allerta precoce (early-warning);
- Incrementare la condivisione di informazioni e dati tra tutte le parti interessate e le istituzioni coinvolte nel monitoraggio e nella protezione del territorio e della salute;
- Favorire una partecipazione più consapevole e attiva da parte dei consumatori, migliorando il flusso di informazioni sia nelle situazioni ordinarie che in quelle critiche.
Il decreto di attuazione della direttiva sulla qualità delle acque destinate al consumo umano stabilisce il termine ultimo per completare i Piani di Sicurezza dell’Acqua dei sistemi Idro-potabili entro l’inizio del 2029 per ciascun gestore.
La creazione di un PSA, infatti, può richiedere diversi anni, coinvolgendo un pool di esperti provenienti da diverse discipline e enti, comprese le ASL e le Agenzie regionali per l’ambiente. Vediamo ora come deve essere redatto, quali requisiti deve soddisfare e quali criticità devono essere considerate.
Come va redatto il Piano Sicurezza Acque
Il Piano Sicurezza Acque (PSA) per un sistema di fornitura idro-potabile richiede una redazione accurata, considerando le peculiarità degli impianti e i rischi associati, in particolare quello della Legionella. Le fasi principali includono:
- Formazione di un team multidisciplinare – Si tratta di costituire un team di esperti con conoscenze specifiche su ogni aspetto della filiera idrica. Il team è responsabile dello sviluppo, dell’attuazione e dell’implementazione del piano;
- Descrizione e Valutazione della filiera idropotabile – Consiste in un’analisi dettagliata del sistema idrico, dalla fonte di approvvigionamento fino alla distribuzione, identificando punti critici e rischi potenziali. Comprende la descrizione accurata del sistema di fornitura e dell’ambiente di captazione;
- Identificazione dei pericoli e dei rischi ad essi correlati – Si basa sull’analisi del rischio e dei potenziali pericoli di contaminazione per tutta la filiera idropotabile, considerando inquinanti e patogeni come la Legionella, ma anche guasti strutturali e rischi naturali;
- Valutazione delle misure di controllo esistenti e della loro efficacia e rivalutazione dei rischi – Questo step serve a valutare l’efficacia delle misure di controllo esistenti nel sistema idropotabile attraverso un processo di validazione e si analizza il rischio residuo;
- Definizione delle priorità d’intervento e sviluppo dei piani di miglioramento – Questo step prevede la definizione dei criteri per individuare le priorità gestionali e descrivere piani di miglioramento da implementare per gestire i rischi residuali;
- Monitoraggio operativo e azioni correttive – Implementa un sistema di monitoraggio per valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali correzioni;
- Verifica del PSA – Questo step assicura la completezza ed efficacia del Piano, analizzando la qualità dell’acqua, lo stato di completamento del piano e la qualità del servizio;
- Procedure di gestione e documentazione del PSA – Questo step riguarda le procedure gestionali e la documentazione del PSA, essenziali per definire azioni operative e responsabilità durante le normali attività e situazioni di emergenza. La documentazione del PSA fornisce evidenza dell’accuratezza delle valutazioni dei rischi e dell’implementazione delle azioni di miglioramento, dimostrando la conformità alle normative e la diligente gestione del sistema idropotabile;
- Attività di supporto e comunicazione – Questo passaggio serve a sostenere l’efficace attuazione dei PSA mediante attività di formazione del team e del personale del gestore idropotabile, e una comunicazione costante e trasparente all’interno dell’organizzazione e verso il consumatore riguardo alla sicurezza dell’acqua;
- Piani di emergenza e riesame del sistema – I piani di emergenza servono a gestire situazioni critiche e scenari emergenziali (es. sismi, contaminazioni accidentali, eventi climatici estremi ecc…), garantendo una risposta tempestiva e efficace. Il riesame periodico è la massima garanzia di analisi e valutazione continua della filiera idropotabile in esame.
Un passaggio cruciale e strategico per il corretto sviluppo del PSA è l’implementazione di una piattaforma condivisa (Cloud del PSA) per facilitare lo scambio e la condivisione dei dati tra membri del team.
Questo strumento deve interagire con AnTeA (Anagrafe Territoriale Dinamica delle Acque Potabili), fornito dal Ministero della Salute, per acquisire, elaborare e condividere informazioni con autorità ambientali e sanitarie. Garantendo un accesso appropriato al pubblico, favorisce una gestione trasparente e collaborativa delle risorse idriche.
Quali sono le principali criticità nella redazione del Piano Sicurezza Acque
Nonostante l’importanza del PSA nella prevenzione della Legionella, la sua redazione può incontrare alcune criticità, tra cui:
- Complessità Normativa: la normativa relativa alla prevenzione della Legionella è complessa e in continua evoluzione, il che può rendere difficile per gli operatori degli impianti interpretare correttamente i requisiti e garantire la conformità alle disposizioni;
- Risorse e Competenze: la redazione e l’implementazione di un PSA richiedono risorse finanziarie e competenze specifiche, che potrebbero non essere sempre disponibili per tutte le strutture, in particolare quelle di piccole dimensioni o a basso budget;
- Aggiornamenti Continui: la gestione del rischio da Legionella è un processo dinamico che richiede aggiornamenti continui del PSA in risposta a nuove scoperte scientifiche, cambiamenti normativi o modifiche negli impianti.
Le criticità nel redigere un PSA possono includere anche la complessità dell’analisi di rischio, la necessità di risorse adeguate per la redazione e l’implementazione del PSA, e la necessità di mantenere il piano aggiornato nel tempo.
Tuttavia, nella prevenzione della Legionella e del preservare la qualità dell’acqua, l’adozione dei PSA rappresenta un passo importante per tutelare la salute delle persone.
1 commento su “Legionella e PSA: come cambiano le normative”
Buongiorno, lavoro presso un laboratorio di analisi microbiologiche e chimiche di Siena. Io mi occupo di consulenza. Ho partecipato al Vs. Corso sulla Legionella, che mi è sembrato molto interessante.
Dato che ora dovremmo redigere dei PSA, vorrei sapere se organizzate dei corsi online sul nuovo decreto acque e su come vanno redatti questi documenti. Vi ringrazio.