Le infezioni da Legionella spp sono un problema sanitario che richiede sempre la massima attenzione. Mai abbassare la guardia di fronte a questo batterio tanto subdolo quanto letale.
Per comprendere il grave rischio associato alla Legionella pneumophila è necessario richiamare quelle che sono le sue caratteristiche. Si tratta infatti di un patogeno ubiquitario il cui habitat naturale è rappresentato da tutti gli ambienti acquatici naturali e artificiali.
Per sua natura, dunque, è in grado di colonizzare tutti gli impianti idrici e di condizionamento dell’aria di edifici privati e pubblici, come strutture sanitarie, turistico-ricettive o aziende.
Nella manifestazione clinica più grave, la malattia associata alla Legionella (detta anche Legionellosi o morbo del Legionario) può provocare polmoniti severe, fatali nel 10% dei casi, con una percentuale di ricoverati in terapia intensiva di circa il 20% (anche di più se parliamo di soggetti immunocompromessi).
Di Legionella si muore. Non è un caso quindi che sia un sorvegliato speciale non soltanto a livello nazionale (dal 1983 è stato istituito il Registro Nazionale della Legionellosi presso ll’ISS) ma anche a livello internazionale (OMS) e comunitario (European Centre for Disease Control – ECDC ed European Legionnaires Disease Surveillance Network – ELDSNet).
Anche l’ultimo report dell’ECDC, relativo al 2020 l’anno in cui è esplosa la Pandemia da SARS-COV2, nel mettere in luce un lieve calo dell’incidenza di questa infezione polmonare, ribadisce ugualmente l’importanza di un’attenta prevenzione come unica arma a disposizione (da considerare che il calo è stato determinato dalle infezioni da covid che hanno “coperto” i casi di Legionellosi). Vediamo nel dettaglio l’andamento epidemiologico della Legionella e quali sono le strategie possibili per contenerla.
Leggi anche: ”Covid-19 e Legionellosi: come la pandemia virale aumenta il rischio Legionella”.
Aspetti epidemiologici Legionella: la situazione europea
Prima di addentrarci negli aspetti epidemiologici della Legionellosi va fatta una doverosa premessa. I dati inclusi nel “Legionnaires’ disease – Annual Epidemiological Report for 2020” pubblicato dall’ECDC a maggio 2022 sono in un certo senso “falsati”.
La pandemia globale causata dalla diffusione del SARS-COV2 ha inevitabilmente spostato l’attenzione su ben altre problematiche sanitarie.
La pressione sui sistemi sanitari, le restrizioni agli spostamenti, il cambio delle abitudini sociali, una minore esposizione alle fonti di rischio Legionella, potrebbero aver influenzato i dati riportati sottostimando il reale tasso di incidenza.
In ambito Europeo, i dati forniti dall’ECDC evidenziano come nel 2020, nei 27 Paesi Membri dell’Unione Europea, sono stati riportati 8372 casi di legionellosi, di cui 7.712 (circa il 92%) sono stati confermati da successive analisi.
Il tasso di notifica è stato di 1,9 per 100 mila abitanti. Si può quindi osservare una leggera diminuzione del tasso di notifica annuale rispetto ai 2,2 casi ogni 100.000 abitanti segnalati nel 2019.
Tuttavia, c’è da dire che negli anni precedenti (dal 2016 al 2019) tassi di notifica e incidenza nell’area UE sono aumentati costantemente. Si è passati, infatti, dall’1,4/100.000 abitanti nel 2016 al 2,2 del 2019.
Tornando al presente, ancora una volta quattro paesi (Francia, Germania, Italia e Spagna) hanno registrato insieme ben il 72% dei casi notificati nel 2020, e ciò anche se la loro popolazione rappresenti il 50% della popolazione UE.
Diminuiscono anche i casi segnalati al programma di sorveglianza associata ai viaggi che sono 591 (-67% nel 2020 rispetto al 2019), per la maggior parte (82%) segnalata da Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito.
Un numero comunque mai così basso rispetto al 2001, circostanza dovuta però alla contrazione dei viaggi internazionali causata dalle restrizione imposte per il Covid 19. I lockdown forzati hanno severamente limitato gli spostamenti, da qui i casi associati a viaggi sono stati relativamente pochi.
Nel complesso i casi di Legionellosi segnalati nel 2020 hanno caratteristiche comuni a quelli degli anni precedenti:
- Sporadicità;
- Acquisizione in ambienti comunitari;
- Soggetti più colpiti di sesso maschile e di età pari o superiore a 65 anni (7,1 casi ogni 100.000 abitanti).
Di 6.299 casi con esito noto, 551 (9%) hanno avuto un esito purtroppo fatale. Un altro aspetto da considerare è che nel 2020 sono stati segnalati più cluster negli ospedali rispetto agli anni precedenti.
E per quanto riguarda l’Italia? Lo vediamo nel prossimo paragrafo.
Leggi anche: “Legionella negli ospedali: criticità e strategie di intervento”.
Diffusione Legionella in Italia: i dati del 2020
Anche nel nostro paese le misure di prevenzione adottate per la lotta al COVID-19 potrebbero aver avuto un impatto sulla ridotta circolazione di altri patogeni infettivi, Legionella compresa.
Non si può escludere però che, dati i numerosi sintomi comuni a Legionellosi e SARS-CoV-2, parecchi casi di co-infezione possano essere stati testati solo per COVID-19 e che la legionellosi sia stata sotto diagnosticata.
A fronte di un costante aumento negli ultimi 30 anni, nel 2020 delle 2.074 schede di sorveglianza pervenute all’Istituto Superiore di Sanità, ben 2.021 sono stati i casi di Legionellosi confermati, con una riduzione del 35% rispetto all’anno precedente.
Il 74,7% dei suddetti casi è stato notificato da 6 Regioni italiane, ovvero Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Piemonte. Il restante 25,3% dalle Province Autonome (PA) e dalle rimanenti 15 Regioni.
Da questi dati pubblicati nel Bollettino Epidemiologico Nazionale si può evincere che:
- L’incidenza della Legionellosi nel 2020 è di 4,8 casi per milione di abitanti, con un notevole decremento rispetto al 2019 (53/1.000.000);
- Persiste un gradiente Nord-Sud con 50,0 casi per milione al Nord, 40,5 per milione al Centro e 10,5 per milione al Sud;
- L’età media dei soggetti colpiti è di 66,2 anni;
- L’analisi della distribuzione per età mostra che il 67,3% dei casi ha almeno 60 anni;
- Il 69,0% dei casi confermati è di sesso maschile e il rapporto maschi/femmine è di 2,2:1.
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Riguardo ai fattori di rischio e alle fonti di esposizione, dei complessivi casi notificati 133 (6,4%) avevano soggiornato in luoghi diversi dalla propria abitazione (alberghi, campeggi, navi ecc…) nei 10 giorni precedenti la manifestazione dei sintomi.
Sono 68 (3,3%) invece i casi riferiti a ricoveri in ospedale, 55 (2,7%) quelli residenti in RSA o strutture di riabilitazione e 6 (0,3%) relativi a soggiorni in carceri o comunità. L’87,4% (1.812 casi) è stato classificato come di origine comunitaria non nota.
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Senza tener conto dei casi nosocomiali, per il 30,6% dei casi confermati la durata del ricovero è stata in media di 10,1 giorni. Dei soli casi per i quali sono disponibili informazioni (circa il 31% dei pazienti), l’esito della malattia è stato positivo nell’84,6%, mentre nel 15,4% il paziente è deceduto.
Tenendo conto sia dei turisti italiani che di quelli stranieri, nel 2020 sono stati segnalati 184 casi di legionellosi associata ai viaggi, di cui 133 diagnosticati in Italia. Il 94% di questi aveva soggiornato in albergo, il restante 6% in altre strutture ricettive. Si tratta in questo caso di turisti italiani che hanno viaggiato principalmente in Italia. Sono 51 invece i casi relativi a turisti stranieri che hanno visitato il nostro Paese e sono stati segnalati all’ISS da ELDSNet.
I cluster notificati nel 2020 (41) sono stati associati ad altrettante strutture ricettive. Di queste, 16 erano già state interessate in passato da casi di Legionellosi. Ecco, quest’ultimo punto è fondamentale.
Cosa ci dice? Innanzitutto che controlli e indagini ambientali devono essere costanti e regolari. Solo così si possono mettere in atto idonee misure contenitive per riportare le cariche batteriche entro i limiti consentiti.
Ma come diciamo spesso nei nostri approfondimenti, la lotta alla prevenzione del Rischio Legionella è una scienza complessa e delicata, che non può essere lasciata al caso.
Perché la prevenzione Legionella è importante
Il continuo andamento in salita dei tassi di notifica della Legionellosi ha indubbiamente svariate cause. Ma siamo certi nell’affermare che una di queste riguarda la scarsa manutenzione dei sistemi idrici e di trattamento aria di edifici comunitari, strutture ricettive e nosocomiali.
Aziende, uffici, alberghi, ospedali sono tutti luoghi potenzialmente a rischio contaminazione. Una buona prevenzione dipende dall’applicazione di misure di controllo per ridurre al minimo la crescita del batterio e la diffusione di aerosol contaminato.
Come suggeriscono anche le Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, queste misure includono:
- una buona manutenzione dei dispositivi;
- la pulizia e la disinfezione regolari;
- l’applicazione di altre misure fisiche (temperatura) o chimiche (biocidi) per ridurre al minimo la crescita.
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Fonti:
- Rota MC, Caporali MG, Bella A, Scaturro M, Giannitelli S, Ricci ML. – I risultati del sistema di sorveglianza della legionellosi in Italia nel 2020 durante la pandemia di COVID-19 – Boll Epidemiol Naz 2021;2(3):9-16. DOI: https://doi.org/10.53225/BEN_019
- European Centre for Disease Prevention and Control – Legionnaires’ disease – In: ECDC. Annual epidemiological report for 2020 – Stockholm: ECDC 2022.